BGM & Jazz Rock
Storytelling
Nell’affascinante itinerario artistico di Armando “Chick” Corea è impossibile non imbattersi nell’entusiasmante e paradigmatico crocicchio esistenziale, il cd. “bivio iniziale“, così tenacemente fatto risaltare dai critici che ne hanno scritto le varie biografie, che ha determinato il suo successo.
Da un lato il maestro che gli diede profittevoli ed efficaci lezioni di pianoforte, armonia e composizione, insegnandogli ad amare e suonare Chopin e Debussy; dall’altro il padre calabrese, ben più che appassionato di jazz, trombettista e contrabassista, che lo costrinse ad ascoltare Bud Powell, Charlie Parker e Horace Silver. Questo suo dualismo stilistico e culturale si manifesta negli anni ’90 del secolo scorso ed è rappresentato dall’Elektric Band (che riflette le sue più autentiche inclinazioni, nonostante i critici manifestassero seri ma insignificanti dubbi…) con la quale esprime una fusion che si avvicina più al jazz-rock che al funk (elemento che comunque non manca mai), fino a rasentare la categoria dell’hard-pop, e successivamente dall’Akoustic Band in cui Chick Corea torna al jazz acustico oscillando attraverso pezzi che vanno nettamente in contrasto con quelli della precedente formazione – il suo romanticismo di sempre lo porta a giocare con spavalderia su ballate, crogiolandosi nel dramma e il melodramma -; più oltre, la conferma dell’antagonismo stilistico-musicale che vede un Corea compositore di partiture classicheggianti!
Analogia
Da un punto di vista puramente stilistico, intravvedo tre filoni nettamente diversi:
- il periodo dell’Elektric Band – in cui i tecnicismi e la psichedelia la fanno da padroni; un vagare tra tropicalismi jazzistici e impazzimenti slideggianti, rumorismi scivolosi e schizofrenie estetiche, accelerate e distorsioni tipiche del jazz-rock.
- il periodo dell’Akoustic Band – in cui il suo sistema poetico fonda in un’unica lingua il romanticismo europeo, il barocco e, ovviamente, il modale; ed ecco apparire una posizione di singolare ambiguità che lo vede muoversi nel rifiuto di una contaminazione elettronica, e quindi l’apparente difesa di una certa ortodossia processuale del jazz…
- Il periodo Classico – un particolare lato, questo di Corea, autorevolmente confermato dal suo amico Friedrich Gulda, pianista di fama mondiale, che definendolo con parole di profonda ammirazione come virtuoso e come jazzista dice: “Quando Chick attacca coi suoi voli romantici, lo spettatore avveduto cerca salvezza nella fuga“.
Tre periodi antitetici che io – parafrasando il “bivio iniziale” – definisco come il Trivio evolutivo!
Definizione leggermente più strutturata della quale intendo servirmi per proporre l’analogia che ho colto con il mondo del Business concepito con il Bit Generation Marketing: il “CONCEPT 3D“. È un’idea di contenuto a tre dimensioni. È ciò che diversifica un progetto di business, un format, un contest…, rendendolo unico.
Come per la forma musicale, nella quale le composizioni sono costruite secondo forme codificate, in base al modo in cui le sezioni tematiche si succedono, anche i progetti che concepisco attraverso il BGM seguono questa logica, e in particolare facendo uso della “tripartita” che è la più classica delle forme musicali: essa si basa sullo schema A-B-A, in cui al primo tema segue il secondo e quindi la ripresa del primo.
Per dare più dinamismo al business, viene considerata la “forma sonata” che rispetto alla forma tripartita, introduce lo sviluppo dei temi musicali che la compongono assumendo la seguente articolazione: esposizione dei due temi – sviluppo o elaborazione – ripresa.
A cui spesso si aggiunge la “forma polifonica” dove le melodie si sovrappongono in contrappunto, dando al format caratteristiche assolutamente inedite e partecipative che non sono mai state contemplate fino ad ora…!
Rimangono tuttavia ben saldi i due lati principali che le sue musiche riescono quasi a scolpire, tanto sono evidenti. L’ascoltatore può apprezzare Corea, nelle sue famosissime performances, in un duo di pianoforti con quella sorta di suo cugino stilistico che è Herbie Hancock. Anche Hancock fu a lungo incerto se intraprendere la carriera del concertista o gettarsi nel gran fiume del jazz, e quando optò per la seconda soluzione fece per parecchio tempo il pendolare fra il jazz e il rock. Ancor più piacevoli, perciò, sono il tocco perlato, la sapienza improvvisativa, il controllo perfetto dello strumento di cui essi danno prova nei loro concerti.
Analogia
❝L’epoca in cui viviamo, l’epoca segnata profondamente dalla rivoluzione digitale, viene definita postmodernità: questo termine indica una forte cesura con l’epoca moderna che l’ha preceduta; Antony Giddens1 ha preferito chiamarla “Modernità Radicale” […]. La fase radicale della modernità, secondo Giddens, si contraddistingue per la discontinuità rispetto al passato e per il suo dinamismo. I mutamenti che la tarda modernità ha portato, sia in estensione con lo sviluppo progressivo di reti sociali che mettono in comunicazione le persone in tutto il mondo, sia in profondità con la metamorfosi delle azioni dell’individuo, del suo vissuto e delle interazioni sociali, sono strettamente legate alle trasformazioni delle categorie spazio-temporali. Giddens ha affermato: «[…] anziché fare eccessivo assegnamento sull’idea di “società” – intesa come sistema vincolato – dobbiamo prendere le mosse da un’analisi del modo in cui la vita sociale è ordinata nel tempo e nello spazio» (Giddens op.cit.).
Così Giddens ha messo in evidenza il valore epistemologico che riveste per la sociologia la riflessione sullo spazio e sul tempo che permette di cogliere i mutamenti avvenuti nella società durante la fase della modernità radicale rispetto alle società del passato, dal momento che le dimensioni dello spazio e del tempo e i rapporti di interazione che in essi e per essi si possono instaurare condizionano la relazionalità intersoggettiva che è momento fondante della quotidianità, della costruzione dell’io e del farsi dell’individuo come soggetto sociale.❞ 2
Con il Bit Generation Marketing ho introdotto una riflessione sulla modernità radicale che si sta affacciando sia sull’orizzonte economico-politico sia su quello socioculturale, offrendoci nuovi orientamenti per il futuro. Riprendendo qui il filo del discorso trovo utile focalizzare l’esplorazione di questi temi all’interno dell’impresa, con le inevitabili ricadute nel mondo delle estetiche, dei consumi, della comunicazione e della distribuzione.
Nella prospettiva della modernità radicale entra in crisi, ad esempio, sul versante aziendale l’idea di “efficienza manageriale”, che non può più essere ridotta a una variabile tecnica in un orizzonte in cui l’obiettivo è già deciso: essere competitivi e vincenti in un mondo in cui le regole del business sono già fissate e a cui bisogna semplicemente adeguarsi nel modo migliore possibile.
In una dimensione di pratica riflessiva che si misura con il pensiero politico, oggi è possibile fornire contributi nuovi all’elaborazione di rinnovate strategie commerciali, comunicative, all’interno di un marketing che avverte esso stesso il bisogno di un vero e proprio ribaltamento di prospettiva, come emerge pure dai contributi di Philip Kotler con la sua riflessione sul marketing laterale.
Si tratta in un certo senso di una clamorosa rivincita dei contenuti valoriali, dei processi di pensiero realizzati all’interno di condizioni che segnano le esperienze autentiche, la vita di uomini e donne autentiche, che difendono valori profondi e “moderni”, che precedono il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Logiche assai lontane dalle tecniche di persuasione e penetrazione dei mercati, utilizzate con un certo successo fino a ieri dal marketing più tradizionale.
Quando ho optato per la dimensione Bi(t)-laterale del mio marketing, l’ho fatto nella convinzione di dovermi scostare molto dai dogmi imposti da un sistema imprenditoriale e manageriale ormai giunto al suo declino nella gestione ‘brillante’ di mercati e società (nel caso frequente di politici manager), nel seguire logiche da buon amministratore agnostico (nel migliore dei casi) o nella spregiudicata manipolazione dell’immagine mediatica, e quindi del consenso (nel peggiore dei casi). In entrambi i casi si tratta(va) di logiche di mercato e regole di marketing secondo cui gli ‘elettori’ non sono altro che clienti, consumatori in cerca di gratificazione personale.
➨ Così, anche per me – come nel caso di Chick Corea e Herbie Hancock – il lieve tocco perlato della conversazione, la sapienza improvvisativa nel narrare un’avventura di business, e il perfetto controllo dei nuovi strumenti di comunicazione, in quest’ottica Bit, sono ancor più piacevoli…!
StorytellingMa nello stesso tempo Corea girava il mondo e riempiva i teatri di giovani entusuasti col jazz-rock dei suoi gruppi, e non solo per assicurarsi la tranquillità economica e seguire la sua vocazione autentica, quella acustica, con la fantasia sgombra da qualsiasi problema. Il Corea più sincero è quello che ieri sedeva al piano elettrico e che oggi imbraccia il Synclavier.
AnalogiaIn definitiva, il paradosso di un futuro che non ci si aspetta – e che la Società della Conoscenza è già in grado di segnalare, in cui le riflessioni sul marketing si congiungono alla visione politica e alla dimensione civile e sociale – sembra indicare un vero e proprio capovolgimento di prospettiva: non solo la percezione della politica sembra lentamente ma inesorabilmente allontanarsi dalle equazioni mediatiche del controllo attraverso l’immagine, rilanciando i temi della visione esistenziale e della passione civile, ma anche il mondo del marketing e dell’impresa sembra subire la lezione che arriva dal declino del mito manageriale. I consumatori ridiventano persone, cittadini, che selezionano le proprie scelte sulla base delle loro convinzioni religiose, politiche, ideali, continuando a esercitare la propria libertà di scelta al di là dei modelli apparentemente imposti dai media.
E quest’ultimi, almeno quelli tradizionali e unidirezionali, dopo l’uso che ne è stato fatto in questi anni, non sono più credibili, vengono percepiti più come degli osservatori distratti e confusi che non come dei maestri, o almeno dei consiglieri, su cui plasmare le proprie scelte quotidiane e di consumo.
I cittadini si confrontano tra loro, riscoprono il piacere dell’acquisto condiviso, creano i loro propri gruppi di acquisto solidali, con tanto di controllo di qualità dell’origine, riscoprono il mercato e il baratto, lo scambio e il dono, cioé quanto di più lontano si poteva immaginare dalla quieta e sonnolenta tranquillità televisiva.
E nel seguire questa strada in cui il lusso viene sognato come un’occasione accessibile, o in cui il basic diventa un modo intelligente di conciliare prezzo e qualità , le persone scoprono di aver semplicemente imparato a scegliere, a selezionare, a valutare, a giudicare, rispettando i propri valori religiosi, morali, civili, che non sono stati dimenticati come alcuni avevano sperato, ma hanno solo vissuto una fase di sonno, semplicemente per poter comprendere come, quando e perché poterli recuperare, nella direzione di una soddisfazione personale che non ne limita mai la portata. Cittadini che continuano a essere moderni, e che dopo anni di sperimentazione hanno respinto i NON-valori della post-modernità.
Technique for modern marketing
Comprendere e aggiornare i segnali deboli e forti di cambiamento delle tendenze relazionali, legate al consumo, e delle loro applicazioni nel marketing conversazionale, nella comunicazione e nella distribuzione, è un fattore capitale perché le imprese e le agenzie possano affrontare in modo efficace le sfide di un mercato sempre più complesso e articolato. È proprio alla comprensione di questi fenomeni che sono dedicate le tecniche e le strategie di Bit Generation Marketing.
È intorno al concetto di Modernità Radicale (in ottica di convergenza dei media) che verranno introdotte e approfondite alcune riflessioni e alcuni percorsi sul marketing, che si congiungono alla dimensione civile e sociale, rilanciando i temi della visione esistenziale e della passione civile (Senso Comune).
I contenuti BGM tracciano un percorso teorico, strategico e applicativo sulla base di una modernità che si radicalizza, cioé lavora sul distillato della propria storia, recuperando i propri valori di fondo su un terreno civile e filosofico; si potranno cogliere i linguaggi estetici e la creatività della Società della Conoscsenza.